Collaboratore storico con le più importanti etichette discografiche del mercato e con le più rinomate produzioni esecutive dello Show Biz, Robi ha scritto e scrive per testate e stampa specializzata. Ha curato per la Feltrinelli l’incontro “Hey Mister Tamburino” dedicato a Bob Dylan e inerente al Parma Poesia Festival. Ha pubblicato nel 2005 “BimboBambo”, piccola-grande raccolta di scritti dedicata alle poesie e alle favole che non hanno età e nel 2008 la raccolta intitolata “Non Diciamo Ballate” per la Collana Salmidzsat edita da Biblioteca Clandestina Errabonda, di prossima uscita il Diario di Cronaca Sonora “Déjà Vu Italiano”.
Ha collaborato alla realizzazione di importanti trasmissioni radiofoniche (G.R.E.P., Radio One Special, Radio Montecarlo, Pop-Off, Rai Stereo Notte, Radiosamente, ecc.) e televisive, musicali e d'intrattenimento, dal 1974 ad oggi ("Festival di Sanremo", "Eurofestival", "Un Disco Per l'Estate", "Gran Premio", "Sanremo Blues & Jazz", "Sanremo Rock", ecc.) ed è da sempre "delfino", collaboratore e amico di Renzo Arbore.
Questo è soltanto un elenco riduttivo della poliedrica carriera artistica di Robi Bonardi, e ciò che fa è noto a tutti. Gli abbiamo perciò chiesto di regalarci qualche frammento della sua vita che fosse invece sconosciuto, qualcosa che lo definisse dal punto di vista squisitamente umano e “babbesco”. Molte donne reinventano la loro occupazione dopo essere diventate madri, ma rivoluzionare la propria vita sotto una diversa prospettiva è un qualcosa che non accade esclusivamente alle mamme. La professionalità di Robi si è trasformata in funzione dell’essere papà di due ragazzi (uno dei quali lo ha già reso nonno) ed è per questo che ha accettato di raccontarci una visione colorata d’azzurro di cosa significhi essere genitore:
“Sono diventato padre a 24 anni di Francisco Maria (il mio primogenito che mi ha fatto diventare nonno da 6 anni della mia adorata Camilla...), all'apice della mia crescita di collocazione artistica e professionale con l'imminente guadagnato miraggio del trasferimento a Roma dalla mia Piccola Parigi (Parma).
Sono figlio dell'immediato abbondante "dopoguerra" che vedeva nei nuclei familiari e nella figura del padre il perno e la ricerca della sorte del sacrificio, dell'impegno e "del fare fortuna". Sono tutte queste cose e altre ancora che mi hanno dato l'impeto del soppesare e l'importanza del sapere, la voglia del capire e l'equilibrio della curiosità..
Sono sempre stati gli eventi del conoscere meglio e a fondo il divenire delle cose e gli stati d'animo che mi hanno fatto crescere Francisco e da 13 anni anche Jacopo Leon (il mio secondogenito avuto nella più bella età per diventare padre per la seconda volta e lontano dalla prima che è sempre la "sacrosanta").
Quando arrivò Jaco avevo 46 anni e 36 Cecilia, la mia compagna e insieme ci sentimmo improvvisamente più forti e migliori, indipendentemente dallo spiegarci perchè...
Aggiungiamoci, come già detto, l'arrivo anche di Camilla e tutto il più bel "miscuglio del mondo" che non è una roba qualunque, né tanto meno "l'incosciente leggerezza generazionale", ma più semplicemente tenere per mano, quotidianamente la forza della crescita differenziata, l'impareggiabile sostanza dell'attenzione, della giustezza e l'impeto dell’ incessante ricerca del bene altrui.
Quando mi avete coinvolto in questo progetto dedicato alla crescita e all'infanzia che diventa grande, non mi sono dato limiti di slancio e accettazione perché in tutto questo vi ho trovato quasi una continuità naturale e logica; come quando inventavo o leggevo una fiaba ai miei piccoli in tre momenti così diversi e così uguali tra loro, a quando scrivo di una canzone, quando invento uno slogan, quando ascolto una nenia etnica, quando disegno sul muro, quando bacio e quando accarezzo, quando cucino e quando leggo, quando cammino o quando faccio finta di non ricordarmi un sogno....”
Siamo certi che un collaboratore come Robi saprà regalarci risultati ricchi di appassionata inventiva, frutti che soltanto un uomo come lui, innamorato della vita e dei bambini, è in grado di produrre.
“L’Amore” ci ha detto “E’ il nostro continuo disegno vitale, intimo e comportamentale, da ridipingere ogni volta che una delle tante macchie o cancellature esterne ne compromettono in qualche modo i segni definiti e le tinte.”