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mercoledì 30 marzo 2011

OGGI VI PRESENTIAMO FABIO: UN PAPA' CHE SE LA GODE...

Fabio Cattivelli è un professionista che è passato attraverso tutte le fasi di produzione di eventi televisivi e di spettacolo, parla e scrive la lingua inglese e francese, ed è piuttosto bravino anche nell'italico idioma. Ama gestire gruppi di esperti dalle competenze più disparate e lavorare in staff. È sempre pronto ad affrontare nuovi percorsi, felice di condividere e, perché no, essere messo alla prova. Il suo mestiere è il direttore di produzione, i suoi mezzi sono l'ottimizzazione dei tempi, del denaro e dei rapporti personali.

Combatte fin dai tempi dell'asilo con un cognome ingombrante, foriero di significati negativi che cozzano con la sua proverbiale onestà. La moglie dice che è un matto buono. L'ha sposato proprio per questo, e perché è classe 1964, la stessa di Brad Pitt. Da ex batterista si ritrova costantemente a battere con le dita o con oggetti su ogni superficie che provochi un suono. A volte ripete all'infinito muti paradiddle (tam tamtam tam tam tamtam tam) su se stesso con buona pace di chi gli orbita accanto.

Quando trova un indumento comodo non me ne stacca fin quando non l'ha ridotto a brandelli. Ci auguriamo che ciò valga anche per sua moglie, possibilmente evitando di ridurla a brandelli.

Fabio è un membro del nostro staff, un abilissimo professionista che gioca un ruolo fondamentale nella realizzazione dei nostri progetti, un papà attento e partecipe ovviamente innamorato di Angelo, per essere chiari il bel tipino impannolinato a sinistra della foto.

Per farvelo conoscere meglio, gli abbiamo posto qualche domanda, alla quale ha risposto in modo sintetico ed efficace e, a dirla tutta, con creativa e a tratti brutale sincerità. Ma ci piace proprio per questo…

1) Se ad espellere un fagotto di almeno tre chili fossi stato tu, invece di tua moglie, come ti saresti comportato? Insomma: raccontaci il tuo ipotetico parto :-)

Troppo doloroso, non posso pensarci…

2) Cosa hai provato la prima volta che hai preso in braccio tuo figlio?

L’ho visto e piangeva. Ricordo che ho pensato: “CA@@O! Assomiglia a mio padre quando era arrabbiato… con me…”. L’ho preso in braccio poco dopo e ho pensato solo di non farlo cadere.

3) Si parla tanto della vanità mammesca, ma dicci la verità: da 1 a 10, con quanta intensità desidereresti defenestrare i papà che si vantano delle capacità calcistiche del figlio se il tuo (ma questa è soltanto un’ ipotesi) ha i piedi fucilati per il pallone?

La cosa mi darebbe fastidio, ma Angelo sa fare un sacco di altre cose.

4) Cosa non riesci più a fare da quando sei diventato papà? Partitella con gli amici, gara di rutti davanti alla finale della nazionale,vantarti dei tuoi pettorali con le pischelle in palestra, tagliarti i peli del naso in santa pace?

Pensare a me stesso come a un invincibile figlio di puttana, ora siamo in due…

5) Cosa vorresti dire ai papà fermi all’età della pietra? Per essere chiari: parliamo di quei maschi convinti che abbandonarsi a smancerie con i figli o cambiargli il pannolino castri la virilità degli uomini che non devono chiedere mai.

Non l’hanno mai provato, oppure non sono pronti. Oppure chi se ne frega, io me la godo…

E già, Fabio. Lo vediamo dalla foto con il tuo splendido cucciolo che te la godi: quel sorriso parla più di centomila discorsi inutili…

giovedì 24 marzo 2011

BOTOX A 8 ANNI???


Vi avvisiamo cari amici, frequentatori abituali di questo spazio, pellegrini di passaggio, visitatori occasionali e/o semplici curiosi: questa notizia sconvolgerebbe il sistema nervoso a chiunque, compreso Winnie the Pooh.

Quindi se per caso oggi è una giornata no, se siete incavolati per qualche motivo, se qualcuno o qualcosa vi hanno fatto girare le scatole per tutto il giorno, se, come noi, adorate i Bambini, passate avanti e leggetela domani.
Qui da noi sono severamente vietati i consigli non richiesti, le prese di posizione arroganti, la saccenza gratuita e soprattutto le critiche.

Le scelte di una mamma non si criticano mai, questa è la nostra filosofia. Ma dopo aver letto questa notizia incredibile: http://www.leggo.it/articolo.php?id=113122&sez=ESTERI (e incredibile è davvero un delicato eufemismo) , picchiate giù duro con i commenti.

Questa tizia non è una mamma, ma una che ha partorito (purtroppo per la sua innocente creatura ). E questa, ovviamente, non è una banale sfumatura.

Le torture psicologiche e fisiche che riesce ad infliggere alla sua bimba definiscono egregiamente qual è la differenza fra una mamma e una che si limita a partorire.

In fondo, partoriscono anche le orche assassine. Ma loro, viva Dio, non sanno usare le siringhe.

Zero6 RITORNA IN AQUAFAN!


Lo scorso anno non avremmo mai immaginato che in un parco come Aquafan, dedicato soprattutto al target ragazzi, uno spazio per bambini potesse avere un riscontro così positivo. E invece… Nel 2010 oltre 10.000 bimbi sono venuti a giocare con noi ! E’ stato un autentico successo.

Il Direttore del parco, Enrico Muccioli, ha riconfermato lo spazio anche per il 2011 e quindi Zero6 ritorna in Aquafan, ospite del più famoso parco divertimenti d’Europa.

Nella nostra area moltissimi giocattoli, casette, scivoli e sdraio per il relax; un'attrezzatissima area nursery con fasciatoi, pannolini, salviette, creme (solari, doposole, lenitive per le scottature) e quanto di più utile per le mamme e i bebè: scaldabiberon, sterilizzatori e uno spazio "riservato" per l'allattamento al seno.

Servizio di cortesia di marsupi, cavalcabili e passeggini, utilizzabili gratuitamente per l'intera giornata, semplicemente lasciando all'info point un documento d'identità.

E per i pesciolini innamorati dell’acqua, la possibilità di utilizzare lo Swimtrainer.

Insomma: tanto divertimento per i bambini e la libertà per mamma e papà di dimenticare qualcosa a casa. Perché quando si esce con i bambini, si sa, bisogna trascinarsi dietro di tutto. Nell’area Zero6, dedicata ai cuccioli da 0 a 6 anni, trovate persino un fornellino per preparare la pappa. Più comodo di così è impossibile!

Per gli amici di Zero6 naturalmente ci saranno sempre delle giornate in cui l’entrata per le famiglie con piccoli da 0 a 6 anni beneficerà di sconti speciali !!! Tantissime anche le convenzioni con gli hotel per offrirvi un servizio sempre più completo e capillare.

Seguite tutti gli aggiornamenti di Zero6 iscrivendovi alla nostra newsletter: http://www.zero6.eu/registrati.php

Vi aspettiamo in Aquafan dal 1 luglio al 25 agosto

Portatevi dietro soltanto il costume, al resto ci pensiamo noi!

lunedì 21 marzo 2011

BENVENUTA NATHALIE!



Oggi vi presentiamo Nathalie Scopellitti, grafomane incallita per la quale ogni pagina bianca è un affronto personale insopportabile, una che quando è felice o triste scrive. Il suo disturbo ossessivo compulsivo è collezionare calamite: ne possiede un centinaio. Ha 35 anni e si definisce una svalvolata riuscita. Precisa e attenta sul lavoro, moglie e mamma giocherellona, spesso dimentica le cose in giro ( per fortuna non figli o mariti).

Da vera instabile, si affligge per i grandi problemi nel mondo e al tempo stesso si entusiasma per la nuova puntata di “Una mamma per amica” in tv. Legge continuamente: in bagno, mentre cucina e persino in ascensore.

Diplomata come Economo Dietista, si è buttata subito in un’occupazione che non c’entra nulla con i suoi studi. E’ impiegata presso un’azienda che vende biglietti per spettacoli vari, dal teatro ai concerti, un lavoro nel quale è necessaria una buona dosa di pazienza, disponibilità oltre, ovviamente, alla capacità di svolgere contemporaneamente almeno cento compiti diversi. Ma è il lavoro perfetto per lei, visto che la musica è la sua base fondamentale.

Nathalie sarà la nostra mamma inviata speciale da Milano, una redattrice che farà parte della sezione “scrittevole” di Bambini al Potere! che presto debutterà on line con il sito http://www.bambinialpotere.it/

Ecco cosa ci racconta della sua maternità:

“Fin da ragazzina sentivo che il mio destino era essere, prima di ogni altra cosa, mamma. L’ho cercato tanto il mostrino, circa un anno e mezzo, in cui mi ero convinta di avere chissà quale problema fisico (e a volte anche mentale) perché non riuscivo a concepire…E naturalmente ho passato tutte le fasi:

1) Ma si, ci vuole solo tempo

2) Provo a farlo tanto ( penso di averlo sentito dire “e no! adesso basta” qualche volta il mio povero contenitore di serpentelli…)

3) Provo a farlo e poi assumo posizioni innaturali ( “si dai !! “e io “guarda che è dopo non durante” “ ah…”)

4) Provo a farlo poco ( e mi ricordo un paio di un po’ di ”guarda che scherzavo quando dicevo basta…”)

5) Mi faccio vedere da qualcuno ( e pure tu caro che ti credi ?? )

6) Sono normale, ho tutto a posto lui pure ma sono tutte TUTTE incinta tranne me !!! Com’è sto fatto ??

Poi è arrivato. E da subito ho sentito che niente sarebbe più stato lo stesso. Ma ero consapevole. Avevo scelto di diventare madre, lo avevo atteso tanto. Niente mi faceva veramente paura…Ma sbagliavo.
Ho scoperto tanto di me stessa da quel giorno in cui una semplice pipì ha cambiato tutto…La mia è stata una gravidanza “normale”.

E poi eccola che bussa. A me ?A me neo mamma felicissima nonostante due settimane di ricovero in ospedale prima del parto per pressione troppo alta e inizio di gestosi e il ranocchio che è nato pure tre settimane prima? Mi bussa una cosa di cui avevo letto qualcosa: la depressione post partum. Ma leggevo distratta. Sapete, io lo volevo questo pupo. Io lo amo il pupo. Altra sberla in faccia. Non c’ entra niente l’amore. Sei tu. Sei tu e i tuoi ormoni da manicomio…

La depressione è stata molto dura. Mi ha fatto stare male. Mi sentivo inadeguata, impreparata…Mi dicevo “ma come ?? Io lo volevo. L’ho cercato. E’ tutta la vita che lo voglio!” Ogni donna reagisce a modo suo, ma poi ho capito che è molto più diffusa di quanto si pensi e che può essere lieve o pesante, breve o lunga. E che in ogni caso lascia un segno difficile da cancellare.

Poi, piano piano, mi sono rimessa in piedi, ma attenzione.: nulla era più lo stesso. Né io, né la mia vita quotidiana nè i miei progetti. Nulla. Ad esempio io che volevo stare a casa a seguirlo. Ma sono tornata a lavoro con il piccolo mostro al nido a dieci mesi, un universo nel quale gli altri non ti vedono più come eri prima e tu, per quanto ci provi in un certo senso, non sei quella di prima.
E mentre le tue colleghe parlano ancora dell’ultima crema anti cellulite, e di come si sono divertite alla festa fino alle tre, tu pensi che alle tre stavi vagando per casa con il mostro che rognava e che sono delle pazze a non dormire loro che possono ! E poi pensi: “Ma non volete sapere di come mi ha sorriso? Di che tenero che è quando mi guarda ?“ Mi sentivo fuori “dimensione” diciamo.

Ho perso terreno professionalmente e a livello di amicizie e ho scelto di tornare a lavoro perché ero convinta, e lo sono tuttora, che fosse indispensabile al mio recupero mentale. Ma non è stato facile.

Perché vi assicuro che lasciare il vostro nanetto al nido in mano ad altri crea sensi di colpa che vengono giù tipo bombardamento aereo a tappeto… Ma ho anche deciso di tornare a part-time di 6 ore e mai più a tempo pieno. Alcuni miei progetti sono stati inevitabilmente accantonati, altri rimandati e altri cancellati. Ma devo dire che quando ho smesso con i sensi di colpa e mi sono riappropriata della mia autostima ho cominciato a capire che non tutta la mia idea di felicità “mammesca“ era solo utopia..

La vita di una mamma che lavora oggi com’è? Una continua corsa contro il tempo.

Le mamme di oggi sono toste…E corrono. Corrono ma riescono a rallentare per i propri mostrini, ci riescono sempre. Con i tacchi alti o scalze a sedersi per terra e giocare con loro. Corrono ma rallentano per vestirli(anche quando sei in ritardo e devi correre e loro si tolgono la scarpina che gli hai appena messo mentre cerchi di mettergli l’altra…), lavarli (e lavare tutto il bagno), nutrirli(e pulire loro, te e la cucina) . E via! Si ricomincia. Vestire lavare e nutrire...

Corrono ma rallentano per metterli a letto e coccolarli, leggergli la storia e poi…ancora coccole e ancora lo stesso libro e la stessa storia...E via ancora.. E il pupo che con occhi belli vispi ti dice “ Hey, che fai mamma? Dormi ?”

Corrono, ma mai di fronte alle loro lacrime. C’è sempre il tempo per asciugarle.
Corrono, ma il loro tempo si ferma di fronte a un loro sorriso. Corrono ma quando si fermano si rifarebbero tutte le corse, le notti insonni, i pannolini puzzolenti, i golfini macchiati e tutto. Tutto il pacchetto. Tutto per quel sorriso, per la sua mano nella loro. Tutto per sentirli ridere.

Le mamme di oggi sono toste, corrono ma sono donne. Donne vere, complesse, dinamiche, brillanti indipendenti e straordinarie. Mamme appunto.
Sono felice e orgogliosa di esserlo anche io.”

Benvenuta fra noi Nathalie! La tua penna preziosa ci regalerà ancora tante emozioni, riflessioni e risate.

sabato 19 marzo 2011

I NUOVI PAPA'


Amorevolmente bistrattati dalle mamme blogger che spesso li dipingono come adorabili casinari che ci provano, ma non sempre ci riescono, sono sempre più presenti in rete. Si raccontano nei blog, costruiscono comunità su Facebook, mettono in piedi siti nei quali affrontano le tematiche familiari con slancio, passione, intelligenza. Si mettono in gioco determinati a smantellare il preistorico retaggio che “ L’omo ha da puzzà!”. Sono simpatici, autoironici, ma al tempo stesso seriamente intenzionati a costruire un nuovo concetto di genitorialità.

Sono loro, i Nuovi Papà, Uomini che stamattina abbracceranno con dolcezza i loro cuccioli ancora impastati di sonno e caldi di letto, che scarteranno il lavoretto per il 19 Marzo con autentica commozione, che invaderanno la rete di post, foto, riflessioni e frammenti di amore babbesco.
E’ a questi Papà straordinari che oggi porgiamo il nostro augurio più sincero e riconoscente, a quelli che si raccontano sul web, ma naturalmente anche a tutti gli altri.

E’ con autentico piacere che vi presentiamo qualcuno di questi Papà on line:

Federico Olivo con il suo arguto Paternità Oggi

Silvio Petta
con Superpapà, sito che emette il primo vagito proprio oggi http://www.superpapa.it/ ma che sulla sua fan page Facebook vanta già quasi 4.000 "mi piace", uno dei quali l'abbiamo clikkato noi.

Come Bambini al potere! non potevamo mancare all’appello. Vi segnaliamo perciò con orgoglio il neonato blog I nuovi papà
http://inuovipapa.blogspot.com/ gestito da diversi babbi straordinari che vi presenteremo ad uno ad uno nelle prossime settimane.

Il primo nuovo papà di cui vogliamo parlare oggi è Max Romano Polidori.

1) Scrivi in modo divino… Hai mai sfruttato il tuo talento per regalare al mondo qualche pubblicazione?

Sto scrivendo un libro ironico che s’intitola: “Amo le donne ...purtroppo!” Ed anche se potrebbe non sembrare, il titolo trae sicuramente in inganno. Sarà un libro al femminile. Una specie di vademecum da utilizzare per capire di più il semplice mondo dei maschietti.

2) Da qualche tempo a questa parte curi il blog
http://permessodisosta.blogspot.com/ Hai già ricevuto il commento di qualcuno che multeresti per sosta vietata?

Parto dal presupposto che ho aperto un blog perché adoro scrivere. Trovo infatti più facile riuscire ad esternare concetti che avrei più difficoltà ad comunicare ed esprimere “live”. Nel bene e nel male direi quindi che qualsiasi commento è ben accetto se resta nei canoni dell’educazione e non varca quella sottile soglia che poi sconfina nell’idiozia. So accettare anche le critiche se costruttive. Quindi ben vengano! Le multe per ora le lasciamo fare agli ausiliari della sosta.....

3) Stai crescendo un figlio da papà separato. Ti va di raccontarci la tua esperienza e, soprattutto, il tuo prima e il dopo?

Anche se siamo separati, la madre c’è, ed è importante nella crescita e nell’educazione di nostro figlio nella mia stessa misura. Certo, ora che ha sei anni, probabilmente ha di me un’immagine differente, severa, ma allo stesso tempo più complice, più corresponsabile. Questo è normale, nel rapporto padre/figlio spesso s’instaurano dei meccanismi che generano un unione che, con il passare del tempo, diventa molto forte. Papà non si nasce, lo si diventa.

A differenza delle madri che hanno la predisposizione ad essere materne già da piccole, noi ometti, quando “aspettiamo un figlio”, ostentiamo da subito felicità, soddisfazione, appagamento e gratificazione ma al tempo stesso non siamo mai preparati ad affrontare la paternità. E quando il bimbo nasce è una tragedia.... non sappiamo mai come comportarci. Se sei troppo apprensivo sbagli, se lo sei poco, sei anaffettivo, se cerchi di dare una mano, spesso lo fai nel modo sbagliato, se non la dai sei un menefreghista...etc.

Le “donne mamme” dovrebbero capire che il miglior modo per farci diventare dei buoni padri è aiutarci. E questo succede molto raramente. Ora va meglio, dopo sei anni, finalmente ho imparato ad essere papà (spero di essere soprattutto un buon padre) ed è la cosa più bella che potesse succedermi nella vita. Vivo in funzione di mio figlio, costruisco e do vita ai miei progetti principalmente per lui e per il suo futuro. Ora poi mi batte già alla Wii e usa il pc meglio di me!

4) Il Family Cafè. Parlaci di questa tua splendida iniziativa e di come tuo figlio ti abbia ispirato nella realizzazione del tuo progetto.

Sì, stiamo per dar vita al primo ”Family Cafè” questa nuova realtà di bar per mamme e bimbi davvero unica a Milano. Siamo patrocinati dal Comune e siamo davvero felici di essere appoggiati in questa nostra iniziativa anche da “Bambini al potere!”

Come è nata l’idea? Beh, l’anno scorso ero a New York per lavoro ed una mattina con una mia cara amica ed i suoi due cuccioli di uomo (5 e 7 anni ndr.) siamo andati nei pressi del Central Park a fare colazione. Siamo entrati in questo posticino delizioso, tutto colorato e “familiare”, dove le mamme bevevamo il loro caffè, chiacchierando amabilmente, leggendo le loro riviste e lavorando sui loro computer, mentre i loro bimbi giocavano allegramente in uno spazio a loro dedicato.

Per me è stata una specie di folgorazione! Ho immaginato subito mio figlio in quel posto dove molti bambini facevano amicizia, seguiti da persone qualificate che ne monitoravano i giochi. Ho immediatamente pensato di replicare quel posto a Milano. Mi sono adoperato per riuscirci ed ora siamo finalmente alla fine dei lavori e verso gli ultimi giorni di Aprile se tutto andrà bene dovremmo fare l’inaugurazione (e qui ci starebbe bene un bel “in bocca al lupo!” ). Comunque ho chiesto anche a mio figlio di darmi dei consigli sugli “spazi gioco” e, nonostante i sei anni, devo dire che mi è stato di grande aiuto!

5) Come vedi la figura del papà oggi? E’veramente cambiato oppure, sotto sotto, sempre “omo” rimane?

Domanda difficile, la figura del papà è molto variata nel corso degli anni. Se guardiamo nell’antichità il padre era il cosiddetto “pater familias” ovvero il capo indiscusso di tutto il clan familiare, a lui erano sottomessi la moglie, i figli, gli schiavi e tutti coloro che ruotavano intorno alla sfera familiare. Su tutti costoro egli aveva un potere che conservava vita natural durante. Questo per tantissimo tempo (ahimè ancora oggi al sud molte famiglie sono completamente dominate dal padre padrone).

Verso la fine del 900 sono avvenuti moltissimi cambiamenti nella nostra società che hanno interessato anche i rapporti tra padre e figli, dando origine ad una figura paterna che si colloca in una posizione meno autoritaria, caratterizzata da un avvicinamento ad un modello che prevede l’interiorizzazione di una figura che rappresenta la capacità di costruire rapporti sociali adeguati, sviluppando un’immagine meritevole di se stessi.

Oggi la figura del padre è una delle figure di riferimento essenziali per la formazione e lo sviluppo della personalità di un figlio (specie se maschio) Il padre rappresenta un modello da seguire e impersona l’autorità riconosciuta sia a livello giuridico che sociale. Naturalmente se parlando di “omo” intendi colui che farfalloneggia, che ha la perenne sindrome di Peter Pan, è nevrotico, stressato, con uno stuolo di ex mogli o ex amanti rissose e piangenti, figli sparsi un po’ qua ed un po’ là.... beh allora quelll’omo è e resterà omo a vita!

6) Sei nato il 6 Gennaio. Se potessi inforcare una scopa di saggina, a chi porteresti il carbone e perché?

Si, anche se sono una befanina, (ma preferisco una scopa con gli esterni in pelle, navigatore, cambio automatico, bi turbo e full optional... è troppo “omo”? ) questa domanda non è facile.... istintivamente ti direi che sono davvero molte oggi le persone a cui porterei del “carbone . Ma non vorrei cadere nella trappola dell’essere troppo scontato. Mi limiterò a dirti che ne porto sempre un po’ nelle tasche per elargirlo a chi lo merita.... (e naturalmente non manca mai).

Grazie a Max, a Federico, a Silvio e a tutti I papà che ci accompagnano in questo difficilissimo e meraviglioso mestiere di genitore. Per non essere più soltanto “una mamma” o “un papà”, ma parte integrante di uno spettacolare progetto di vita corale nel quale non hanno ragione di esistere solisti o prime donne.

giovedì 17 marzo 2011

VIAGGIARE IN TRENO CON I BAMBINI. PARLIAMONE...


Un viaggio cullati dal romantico dondolio della carrozza, lo sguardo perso in chilometri e chilometri di bucolico verde, il piacere di un buon libro da gustare in santa pace o una gradevole chiacchierata con un compagno di viaggio interessante: questo significa, da sempre, prendere un treno…


Sì, quando hai venticinque anni, i capelli freschi di messa in piega, devi raggiungere il centro per incontrare un aitante fidanzato e il tuo unico pensiero angosciante è quello di coordinare correttamente il colore dello smalto con quello della micro borsetta in camoscio.

Sì, quando sei un quarantenne, stai affrontando un lungo viaggio per rivedere gli amici del militare e nel bagaglio hai infilato soltanto un cambio di biancheria pulita, una camicia e dei jeans, una tuta da ginnastica, gli scarpini per la partitella scapoli- ammogliati e l’ebbrezza di avere di nuovo vent’anni, anche se soltanto per un week end.

Decisamente no quando, indipendentemente dall’età, sei una donna che deve prendere il treno con due bambini piccoli. Intendiamoci: viaggiare in treno oggi costituisce un’ottima soluzione quando nutri un odio atavico per il cambio manuale, oppure l’idea di salire su un aereo ti causa un attacco di panico fulminante.
Ma se sei mamma comporta discreti problemi.

Se a seguito hai una pesante valigia, una borsa con il cambio (e già, le micro borsette in camoscio sono ormai un nostalgico ricordo), un passeggino e un pargolo che pesa almeno dodici chili da sveglio, e centocinquanta quando è addormentato, l’impresa diventa lievissimamente più complicata.

Se di figli poi ne hai due, magari una lattante e un adorabile delinquentello che non riesce a star fermo neanche se lo inchiodi con la colla a caldo ai sedili, allora l’impresa diventa decisamente complicata.

Problema n.1:
Come faccio a salire in carrozza con una valigia, un borsone, un passeggino e uno/due pargoli attaccati alle gonne, se davanti agli occhi mi trovo una scaletta di ferro e sotto i piedi un pericoloso pertugio che, dieci ad uno, se mi distraggo per una frazione di secondo finirà per inghiottire il nano più grande?
Senza l’aiuto di un buon samaritano, salire la scaletta di un treno, per una mamma, è agevole quanto conquistare la cima del K2 in equilibrio su un filo di seta.

Problema n.2:
Come qualsiasi neonato degno di questo nome, la piccola fa la cacca con la stessa frequenza con la quale un adulto inspira aria ed espira anidride carbonica. Ergo: dove accidenti la cambio? Sul tavolinetto della carrozza ristorante? Sul coperchio del water? In braccio al diciottenne brufoloso il quale, soltanto all’idea di scoprire quali orridi misteri custodisca un pannolino sporco, mi dà di stomaco sui piedi così devo ripulire anche lui?

Problema n.3:
Esaurito il repertorio dei giochini per intrattenere il pupo più grande (tempo stimato: un quarto d’ora, minuto più, minuto meno), come faccio a farlo stare tranquillo se la cucciola di vampiro non mi si stacca un attimo dal seno? Avete un’ idea di quanto sia umiliante rincorrerlo per i corridoi con la camicetta slacciata e i seni sballottati al vento a mo’ di valchiria al galoppo con buona pace dei viaggiatori di sesso maschile?

Soluzioni? Parliamone… Secondo voi migliorare la qualità dei viaggi in treno per le famiglie è possibile? In quale modo potremmo arrivare a risolvere certe problematiche? Con un miracolo? Raccontateci di quali servizi vorreste usufruire per trasformare un’Odissea in un viaggio piacevole per voi e per i vostri piccoli.

mercoledì 16 marzo 2011

BENVENUTA NONNA LI' !


Graziella Minetti è una giovane ragazza dai capelli bianchi, un vulcano di curiosità con una voglia irrefrenabile di sorseggiare la vita, una fantasiosa e interessante signora piena di voglia di fare, dire, raccontare, condividere.

Detesta le biblioteche perché la costringono a separarsi da un libro, che considera un po’ come il respiro della sua mente. Riconsegnare quel respiro le costa. Ogni libro che legge diventa suo, ama viverlo e riviverlo, rileggendolo anche più volte. Per questo preferisce acquistarlo e custodirlo gelosamente. In casa conserva antichi volumi appartenuti al suo bisnonno, con a margine le annotazioni; impronte di un’esistenza passata, eredità tangibili di come un libro assorba e rilasci i pensieri, di come riesca realmente a vivere e a regalare emozioni.

Il suo sogno di bambina era quello di laurearsi in scienze politiche e di diventare una giornalista. Poi, come accade spesso nella vita, ha dovuto scegliere un percorso diametralmente opposto. Si è diplomata in ragioneria e ha iniziato a lavorare giovanissima come segretaria presso un laboratorio chimico, in un settore piuttosto all’avanguardia per l’epoca: quello dell’ecologia.

Quindi ha ottenuto un impiego pubblico presso la provincia di Savona, arrivando a ricoprire la carica di funzionario direttivo. Ciò ha significato quello che da sempre significa essere una mamma lavoratrice: un mix fra la gioia di crescere una creatura di cui è sempre stata pazza e la gestione complicata del tempo condita da quel pizzico di senso di colpa che fa sempre parte del corredo genetico delle madri.

In tutto ciò è riuscita a coltivare i suoi numerosi hobby, la sua naturale curiosità di conoscere il mondo in tutte le sue sfaccettature, la sua voglia di essere sempre donna oltre che moglie, madre e oggi anche nonna di uno splendido bambino che ha due anni e una manciata di mesi.

E’ con immenso piacere che ve la presentiamo come un membro importantissimo dello staff di Bambini al Potere! Graziella sarà la nostra Nonna Lì, e curerà una rubrica tutta sua, nella quale ci parlerà di cosa significhi essere nonni oggi, di come continui a curare le sue antiche passioni (i libri, la buona cucina, i viaggi, l’apprendimento delle lingue straniere) ma anche di quelle più recenti, come la scoperta affascinante dello smisurato universo del web.

La cosa più toccante che ci ha raccontato quando l’abbiamo conosciuta? “Dopo cinquant’anni, ogni volta che poso lo sguardo su mio marito, mi batte ancora il cuore…”

Benvenuta Nonna Lì! E’ un onore saperti dei nostri.

sabato 12 marzo 2011

DIRE NO AI NOSTRI FIGLI !


L’incapacità a dire no ai bambini rappresenta un fenomeno piuttosto diffuso. Sì è passati dall’eccesso del modello padre-padrone, quello al quale dovevi chiedere il permesso persino per fare la pipì, a quello del genitore che dispensa un’educazione troppo lassista. I motivi sono svariati, e non è nostra intenzione sviscerare l’aspetto sociale di questa nuova modalità di approcciarsi ai figli. Lasciamo che siano i pedagogisti e gli psicologi ad analizzare in modo scientifico il perché di determinati comportamenti. Come genitori, però, riconosciamo che tutto ciò dipende anche dal lavoro che ruba troppo spazio alla famiglia (quindi: ti faccio tanti regali perchè sono poco presente) e dal fatto che oggi, a differenza di un tempo, le nostre attenzioni si concentrano su uno, al massimo due creature, invece che sulla nidiata di infanti che i nostri bisnonni erano soliti mettere al mondo.

Una contrapposizione netta con i figli mette in moto dubbi, ansietà e sensi di colpa. In più, ammettiamolo, è decisamente più comodo assecondare i loro capricci, soprattutto se siamo in grado di soddisfarli economicamente.
Però le regole sono indispensabili, e non per fini puramente pratici ( figli disciplinati sono ovviamente più semplici da gestire), ma per il bene stesso dei nostri bambini. Non imporre delle norme ai propri figli può apparire come un regalo, una concessione di libertà ma in realtà l’assenza di regole danneggia la loro crescita e li fa sentire allo sbaraglio, senza una guida. Soprattutto li illude che al di fuori del nido familiare la società sia disposta ad accoglierli a braccia aperte, che la vita è una situazione semplice da affrontare, che anche da adulti sarà sufficiente pretendere, e tutto gli sarà dato. Sappiamo tutti che non funziona così, allora sforziamoci di guidare i nostri figli, per quanto difficile possa essere.

Secondo gli esperti l’assenza di regola genera nel bambino una diffusa incapacità a tollerare le frustrazioni e la sofferenza che si estende soprattutto nel periodo dell’adolescenza.
Quindi, naturalmente nella giusta misura e sempre nel rispetto della libertà del bambino, impariamo a dire dei no, laddove sia necessario. Insegniamo loro a non essere schiavi del superfluo, a non pretendere premi e giocattoli oltremisura, a guadagnarsi le cose perché conquistarsi un qualcosa regala più soddisfazione che non ottenere una concessione senza un minimo di sforzo. Questo li aiuterà a crescere in modo più autonomo e a guadagnare fiducia in sé stessi.

Le regole devo essere poche, essenziali, non negoziabili e soprattutto equiparate all’età del piccolo. Pretendere che un bimbo di due anni rassetti la sua cameretta dopo un pomeriggio di gioco frenato e che magari dia anche una spazzatina al pavimento è sicuramente prematuro e ridicolo, chiedere la stessa cosa a un giovanottino o una signorinella di sei/sette anni (spazzatina esclusa, ovviamente) lo aiuta a responsabilizzarsi e a sentirsi più grande.

Il rispetto per i genitori e per le persone che ci circondano, il valore del denaro, il concetto che non tutto può essere concesso, che ogni azione ha le sue conseguenze compresa anche una punizione per un comportamento sbagliato possono essere insegnati tranquillamente anche a un bimbo molto piccolo. L’importante è che tutto ciò avvenga in un clima di calma, confidenza, allegria e anche, perché no, di gioco. Perché giocare è una cosa seria e il linguaggio ludico è quello maggiormente comprensibile per i nostri figli.

Perciò, cari genitori, non lasciamoci abbindolare dai nostri adorabili tiranni. Anche se in quel momento giungono le mani come i pastorelli di Fatima oppure se imitano alla perfezione di occhioni pucciosi del Gatto con gli Stivali di Shrek, resistiamo stoicamente ai loro capricci. Al momento magari ci manderanno mentalmente a morire ammazzati, ma un domani ci ringrazieranno per ciò che saremo riusciti ad insegnargli.

mercoledì 9 marzo 2011

GIVE AWAY: VINCI UN SOGGIORNO IPERCLUB PER 4 PERSONE


Un nuovo fantastico give away di Bambini al Potere!
Si tratta di un Buono Vacanza di Iperclub utilizzabile fino al 30 Ottobre 2011, grazie al quale potrete usufruire di sconti incredibili con una vastissima scelta di strutture alberghiere.
L’offerta è valida per 4 adulti + 1 bambino e consente di diventare gratuitamente Socio Premium e di prenotare un soggiorno di una/due settimane alle esclusive condizioni consultabili sul sito: http://www.iperclubvacanze.it/

Il catalogo estate 2011 è disponibile su questo link:
http://www.iperclubvacanze.it/pdf/listino_socio_gold_i10_i11.pdf

Per partecipare, queste sono le semplicissime regole:

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Il give away è valido fino al 31 Marzo. Il 1 aprile estrarremo il nome del fortunatissimo vincitore. Grazie a quanti parteciperanno e in bocca al lupo a tutti!

martedì 8 marzo 2011

MODA: UN LUSSO PER LE BAMBINE. MA I MASCHIETTI?


Questo post è dedicato alle madri dei maschietti. Le altre non ce ne vogliano ma, poichè il problema “abbigliamento” non rientra nell’elenco delle vostre difficoltà quotidiane, godetevi le vostre deliziose femminucce spalmate di rosa e lasciate sfogare le colleghe meno fortunate.
Riconosciamolo: vestire un maschietto non costituisce esattamente l’operazione più semplice del mondo. E non stiamo parlando di vestirlo nel senso letterale della parola, cioè rincorrendolo in ogni luogo, stanarlo da sotto il letto oppure staccarlo dal lampadario per infilargli un paio di pantaloni. Intendiamo dire vestirlo decentemente e, se proprio vogliamo spaccare in due il capello, magari anche con un pizzico di originalità.

Le femminucce godono di una scelta illimitata di abitini, fuseaux, gonnelline sfiziose, scalda cuore, coroncine da principesse, calze ricamate, mini pull, fascette per i capelli e scarpine glitterate. I maschietti, invece, sono vestiti sempre allo stesso modo: sembra quasi che gli abiti gli crescano addosso.

Quando a un maschietto serve qualcosa di estremamente banale, fosse anche qualcosa per coprire le pudibonda, la madre si ritrova a girovagare fra scaffali stracolmi di deliziose micro coulottes di pizzo o adorabili mutandine infiocchettate. Le fogge sono difformi, la scelta illimitata. L’unico comun denominatore in tanto ben di Dio, è la presenza di chilometri e chilometri di stoffa rigorosamente rosa.

Così, non le rimane scelta: deve riadattare un paio di boxer del marito per evitare che il bimbo se ne vada in giro a pisellino nudo. Secondo voi esageriamo? No, assolutamente. E chiunque abbia in casa un maschietto sa bene di cosa stiamo parlando.
Scovare una maglietta o un paio di jeans originali è un’autentica impresa e poi se si trova il colore non si trova la taglia, se si trova la taglia, ovviamente non si trova il colore giusto. Inoltre, gli abiti da maschietto costano il doppio di quelli da femminuccia: con ciò che si spende per una maglietta decente da maschio, si potrebbero comprare un paio di vestitini da bambina, cappellino incluso. I capi più economici, poi, a prescindere dalla discutibile qualità dei tessuti, spesso sono tragicamente brutti. E se diciamo tragicamente, non è per il gusto di usare un’inutile iperbole.

Soprattutto sotto saldi, le fortunate madri delle femminucce garrulano, estasiate, alla vista di deliziosi vestitini in purissima lana mohair scontati dell’80% e riempiono la sporta di merce praticamente regalata,. La madre del maschio, invece, si ritrova a girovagare fra scaffali semi vuoti, colori tristignaccoli e a dover scegliere, al massimo, la sfumatura di blu dell’ennesimo paio di jeans. Sì, perché a parte qualche fortunata divagazione, il maschio ha tre alternative per vestirsi dalla vita in giù: jeans, jeans e ancora jeans…

Chiunque faccia la pipì in piedi, è costretto per anni ad indossare magliette e pantaloni verdi o blu, con qualche coraggiosa digressione nel rosso o l’arancione, per le mamme più ardimentose. In quest’ultimo caso sorge il problema, non trascurabile, di un marito il quale, non appena ti azzardi a comprargli una maglia viola scuro, scuote la testa come se avessi travestito il futuro sciupa femmine come una delle Winx. Per un padre, un maschio che si rispetti deve girare fin dalla più tenera età con un paio di granate in tasca, pantaloni verde militare e possibilmente un accenno di barba.

Questo post, dicevamo in apertura, è dedicato alle mamme dei maschietti. E’ a loro che rivolgiamo il nostro sondaggio: raccontateci cosa vi piacerebbe trovare sugli scaffali dei negozi per i vostri cuccioli, quali secondo voi sono i colori, il taglio e la stoffa ideali per rivoluzionare il loro guardaroba.
Magari… Chissà? Magari grazie al vostro contributo Bambini al potere! riuscirà a compiere un piccolo miracolo :-)

lunedì 7 marzo 2011

E' CARNEVALE : COME SI VESTE IL NANO ??


Avete per caso anche voi in casa un/una cucciolo/a che, magari alle 6:00 del mattino, vi annuncia a bruciapelo che quest’anno vuole vestirsi da licaone o da pterodattilo? Non cucite come le sorelle Fontana, ma comunque ve la cavate dignitosamente con ago e filo? Oppure: riattaccare un bottone per voi equivale ad improvvisare in scioltezza la scissione dell’atomo a mani nude, ma siete comunque creativi e pieni di fantasia?

I costumi preconfezionati a volte costano come una Mercedes classe A e spesso vantano un’estetica opinabile. Un costume da pterodattilo, non è semplicissimo da reperire. Ammesso che il nano opti per una bestiola più tradizionale, e che magari non sia vissuta 145 milioni di anni fa, perché non provate a confezionare una maschera con le vostre manine sante? Meglio ancora se le manine sono quattro: ci metterete magari due giorni, questo è garantito, ma costruire un costume di Carnevale assieme al vostro cucciolo sarà divertentissimo.
Carnevale è arrivato quasi agli sgoccioli, è vero, ma c’è ancora tutto il tempo per creare una mascherina dell’ultimo minuto, qualora voleste impegnare questi giorni di pioggia in modo alternativo.

Vi segnaliamo un paio di link per i più abili con ago e filo:
http://www.mammafelice.it/2011/02/22/10-costumi-di-carnevale-con-gli-animali/ http://paneamoreecreativita.it/blog/2010/01/50-costumi-e-idee-di-carnevale-fai-da-te/

Chi è invece assolutamente negato per il cucito, ma è abile nel disegno, può realizzare in pochissimo tempo delle mascherine deliziose con l’aiuto di un paio di accessori da acquistare nei negozi specializzati . Puntate perciò tutto sul trucco: in commercio esiste una gamma infinita di make up per bambini. Con un briciolo di abilità (e a patto che il piccolo collabori) potrete ottenere risultati strabilianti. Eccovi, ad esempio, uno strepitoso Spider Man: http://www.youtube.com/watch?v=9Apg5_-P5BQ

E per le femminucce? Una meravigliosa farfalla:http://www.youtube.com/watch?v=UvRf8K8Tzjo

Per completare questa mascherina, sarà sufficiente acquistare un paio di ali da abbinare a un vestitino color pastello ( quale bimba degna di questo nome non ne sfoggia uno nel guardaroba?), un bel paio di scarpine sciccose, et voilà: il gioco è fatto.

Ancora più semplici le maschere horror, ammesso che il vostro piccolo sia un fan di cartoni come la Sposa Cadavere o La Famiglia Addams. Dracula, ad esempio, è facilissimo da realizzare: è sufficiente una tutina da ginnastica acetata nera (o in alternativa, un pantalone) e una camicia bianca. Il mantello si può acquistare per pochi spiccioli, così come la dentiera. Per il trucco, potete prendere spunto dal giovanissimo vampiro ritratto nelle foto. Un tocco da maestro sono le mechés bianche fra i capelli realizzate con dei colori per il viso all’acqua, semplicissimi da lavare via. Sembrano un particolare da nulla, ma fanno comunque la differenza.

Al di là del fattore economico (acquistare una maschera già confezionata non vi ridurrà certamente sul lastrico), vi suggeriamo di provare a realizzare un costume fai da te semplicemente per poter dire: questo l’abbiamo fatto io e mio figlio. E, credeteci oppure no, è un qualcosa che non ha davvero prezzo.

E voi? Avete voglia di suggerirci qualche travestimento da costruire a quattro (o sei) mani? Qual è il travestimento più originale richiesto dai vostri cuccioli? E, soprattutto, sapreste dirci dove si acquista una maschera da pterodattilo?

martedì 1 marzo 2011

GIVE AWAY VINCI UN CORSO DI ACQUATICITA' PER TE E PER IL TUO BAMBINO. AND THE WINNER IS...



Volete sapere chi è il fortunatissimo vincitore che si è aggiudicato un corso trimestrale di acquaticità offerto con questo give away: http://bambinialpotere.blogspot.com/2011/02/give-away-vinci-un-corso-di-acquaticita.html ?

Vogliamo mantenere ancora un briciolo di suspance... Collegatevi alla nostra fan page Facebook e lo scoprirete:
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