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martedì 8 febbraio 2011

NO KIDS? IN CHE SENSO "NO KIDS"?


Questa notizia ha fatto il giro del Web :

Dunque…Ecco…Ehmmm… Parliamone, sì. Parliamone. Perché l’articolo esordisce con un “E non si tratta dell'evoluzione postmoderna di lontani divieti impronunciabili. Semplicemente di una ricerca del silenzio, della tranquillità.” A nostro avviso, invece, precludere l’ingresso ai bambini a prescindere dalla loro natura altamente disturbante (e qui vi preghiamo di cogliere una nota di garbato sarcasmo e non la voglia di innescare polemiche sterili) rappresenta soltanto l'ultima sfumatura della lunga serie di discriminazioni che ci ha regalato il passato. Le motivazioni sono diverse, i fini meno feroci, ma questa preclusione va a toccare i bambini e ciò ovviamente non ci piace.

Ghettizzare le famiglie perché “disturbano” sarebbe la democratica soluzione per garantire ordine e tranquillità nei locali chic? A parte il fatto che difficilmente una famiglia con figli piccoli mette piede in un luogo dove si sorseggia Moët et Chandon ghiacciato avvolti da luce soffusa e musica new age, il problema di base è questo: e se un bambino rimane composto al suo posto ed evita di fare il tiro a segno con i coltelli ai danni dei camerieri, quale sarebbe il senso di vietargli l’ingresso? Non sarebbe più semplice per il gestore intervenire valutando di caso in caso?

Un bambino che al ristorante rovescia i tavoli senza alcun controllo può innegabilmente generare fastidio, ma francamente ci sembra un visione un po' esagerata. Se un bimbo effettivamente arreca disturbo in modo eccessivo (e ciò può capitare, non lo neghiamo) è sufficiente una richiesta di intervento da parte dei genitori; sono loro i reali maleducati, e non il piccolo. Ma per alcuni anche il parlottio incessante di un bimbo può disturbare, anche un urletto sporadico perché non vuole assaggiare gli spinaci, o lo spostamento di una sedia per andare a fare pipì. Ecco,se questo è disturbare allora non stiamo neanche a discutere; ci avvaliamo della facoltà di non replicare ad un’assenza di empatia così pesante nei confronti dei bambini.
Che l’Italia non fosse un paese bimbo-friendly per noi non è poi questa sorprendente scoperta, che non esistano spazi adatti ai più piccoli è una triste realtà che sperimentiamo quotidianamente sulla nostra pelle. Ma che oggi si arrivi addirittura a pensare di impedire l’ingresso nei locali pubblici ai bambini ci sembra un filino inquietante.

La maleducazione (di grandi e piccini) non è mai ben accetta. I bambini, invece, dovrebbero esserlo sempre, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. E poi, se addirittura gli si vieta l’ingresso sui velivoli, come dovremmo fare per andare in vacanza all’estero? Chiedere loro se ci raggiungono in separata sede, magari con l’aereo di Barbie?

Attendiamo le vostre impressioni e… Sappiate che qui da noi possono accedere tutti, senza limitazioni. Grazie

2 commenti:

  1. personalmente sono d'accordo con il fatto che i bambini in certi posti rompono, e pure tanto
    se decido di fare una vacanza o di andare a mangiare una pizza, voglio poterlo fare in santa pace, è così grave? i figli sono dei genitori che li devono saper gestire ed educare, non si può pretendere che gli estranei li sopportino sempre e comunque solo perchè sono bambini

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  2. sono d'accordo con star

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