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lunedì 4 aprile 2011

BIMBI 2.0

Provate a chiedere a un bambino di cinque anni cosa sia un cookie. Dieci ad uno che saprà rispondervi, magari senza addentrarsi in particolari squisitamente tecnici, ma sicuramente non replicherà che “cookie” significa “biscotto” in inglese.

Alla loro età noi sapevamo a malapena cosa fosse un computer; oggi i nostri cuccioli utilizzano il pc già in prima elementare. Ciò è ovviamente sintomatico di un progresso che richiede anche a bambini piccolissimi di approcciarsi a strumenti tecnologici che a volte risultano ostici persino agli adulti. Ma i bambini rispondono a tali sollecitazioni in modo fin troppo soprendente…

Secondo uno studio condotto dalla Avg, un’azienda con sede nella Repubblica ceca che produce software antivirus, le abilità dei bambini in campo informatico sono strabilianti. E’ stato preso in esame un campione di 2.200 bambini di età compresa dai 2 ai 5 anni, tutti residenti nei Paesi europei più sviluppati. Alle loro mamme è stato chiesto di rispondere ad alcune domande, e il frutto della ricerca offre dati percentuali piuttosto emblematici:

Risulterebbe infatti che: Il 58% Sa giocare ai videogame Il 69% Sa usare il mouse Il 63% Sa accendere e spegnere un pc Il 28% Sa fare una chiamata con il telefonino Il 25% Sa lanciare un programma di navigazione web e accedere a Internet Il 19% Riesce a giocare con un'applicazione touch (tablet e smartphone) A fronte di questi dati strabilianti, però , soltanto: Il 52% Sa andare in bicicletta, Il 37% Conosce a memoria il proprio indirizzo Il 20% Riesce a nuotare senza assistenza L’11% Sa allacciarsi le scarpe


L’interazione fra bambini e tecnologie è ovviamente cambiata, e sicuramente è naturale che sia così. Però, e questo è solo il nostro personalissimo e opinabile parere, se questi dati sono effettivamente veritieri, allora sarebbe forse opportuno affiancare in modo più presente i nostri figli non solo nel mondo virtuale, ma anche in quello reale.

Un bimbo che a cinque anni sa usare un’applicazione smartphone, ma che contestualmente non sappia allacciarsi le scarpe da solo non è poi un dato così confortante, a meno che l’immediato futuro imponga un nuovo must: gironzolare per il mondo a piedi nudi.

1 commento:

  1. L'argomento mi tocca in modo particolare sia personalmente come genitore che come responsabile di un progetto per bambini. Sicuramente non è il caso di condurre una battaglia contro il progresso, ma alcuni punti sono meritevoli di una riflessione...cosa stiamo lasciando indietro? Condivido con voi alcuni dei tanti spunti su cui personalmente mi capita spesso di riflettere:
    1- la fantasia: computer& C. lasciano veramente poco spazio alla fantasia del bambino, alla sua capacità di creare "fuori dagli schemi".
    2- Si è parlato di legarsi le scarpe...questa è uno dei piccoli esercizi che fanno parte della motricità fine del bambino..come infilare delle perline in una catenina o ritagliare un foglio. Questa motricità nell'attività prescolare è importantissima per l'apprendimento..ma quanto tempo i nostri bimbi dedicano a simili attività?
    3- Movimento e gioco..beh tralascio ogni commento in merito alla tristezza che provo nel vedere un bambino di fronte ad un videogame o a un pc invece che dietro ad un pallone..ma obesità, mancata socializzazione e numerosi disturbi psicomotori sono il frutto di questo progresso che porta i bambini a preferire il fascino di un video scintillante al gusto di una partita al parco
    Vi lascio con questo racconto che un genitore mi ha confidato qualche giorno fa. Pomeriggio di sole, il padre va in camera del figlio e vedendolo al pc gli chiede..."che fai?"..."chatto con Marco" risponde il figlio...
    Beh voi direte...normale i bambini di oggi sanno chattare...il problema è che Marco sta al piano di sotto...
    Era bello parlarsi a quattrocchi....o se era bello!

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